Le corti normanne 


palazzo_vurdoj Alla lunga contesa arabo-bizantina mette fine però la famiglia normanna degli Altavilla. L'anno 1061 sancisce infatti che la Calabria è dei Normanni, suddivisa tra Roberto il Guiscardo, Duca di Calabria, e Ruggero, Conte di Calabria. Il governo così organizzato fu messo in atto dai locali magnati bizantini. Il dominio viene esteso alle Puglie e da questo momento ha termine ogni pertinenza bizantina.

Roberto conferma in Reggio la capitale del Ducato di Puglia e di Calabria e sede del giustizierato di Calabria, nominandosi egli stesso Duca;

In questo periodo Cosenza divenne capitale e sede del giustizierato Val di Crati e Terra Giordana e residenza di Ruggero II, Duca di Calabria che iniziò la costruzione del Castello sui ruderi di una fortezza saracena.

Ruggero è invece Conte di Calabria, vassallo del fratello Roberto, con sede a Mileto. Roberto il Guiscardo fu investito Duca di Puglia, Calabria e Sicilia il 23 agosto 1059 da  papa Niccolò II con la formula: per Grazia di Dio e di San Pietro duca di Puglia e Calabria e, se ancora mi assisteranno, futuro Signore della Sicilia.























 

Periodo angioino aragonese 

 

E' di questo periodo la diffusione del sistema feudale. Nel 1443 Alfonso il Magnanimo d'Aragona conquistando i territori degli Angioini assegnò il territorio di Reggio a Catanzaro, poiché Reggio aveva appoggiato il suo avversario Renato d'Angiò. Ma una ventina di anni dopo nel 1465 Ferdinando I di Aragona (Ferrante) riassegnò il titolo di capoluogo a Reggio. Il periodo aragonese consacrò Cosenza la più importante città del reame nel campo del diritto (1494-1557). Dopo Napoli diventa la seconda città ad avere una cartografia e nel 1511 nasce l'Accademia Cosentina fondata da Aulo Giano Parrasio e portata al suo massimo splendore da Bernardino Telesio, il più grande dei cosentini illustri, definito da Francesco Bacone il primo degli uomini nuovi.

Nel XVI secolo in Calabria fu confermata la divisione nelle due province di Calabria Citeriore (o Citra) e Calabria Ulteriore (o Ultra) governate inizialmente da un solo magistrato, poi dal 1582 le due province furono amministrate da due distinti governatori:

·uno a Cosenza per la Calabria Citeriore: il capoluogo nel XVI secolo attraversò un impressionante fioritura umanistica e segnò una rinascita intellettuale, tanto che venne definita Atene della Calabria;

·uno a Reggio per 11 anni dal 1582 al 1593, poi a Catanzaro per oltre 220 anni dal 1593 al 1816 per la Calabria Ulteriore. Per un breve periodo fu capoluogo della provincia anche Monteleone.
























 Era moderna


Nel 1098, Papa Urbano II investì Ruggero del ruolo di nunzio apostolico e gli Altavilla con la loro dinastia divennero precursori del Regno di Napoli o Regno delle due Sicilie che dominò la Calabria fino all'unità d'Italia. Lo stesso Regno di Napoli subì diverse  la dinastia francese dei Borbone, e per un breve periodo il generale di Napoleone, Gioacchino Murat, che fu giustiziatodominazioni: le dinastie degli Asburgo, di Spagna e d'Austria, nella cittadina di Pizzo.









 Ultimi secoli

 

vurdojL'Aspromonte, regione montana nel sud 
della Calabria, in provincia di Reggio, fu scenario di una famosa battaglia del Risorgimento, in cui Giuseppe Garibaldi rimase ferito. è tuttora possibile ammirare l'albero cavo in cui secondo la tradizione Garibaldi si sedette per essere curato, nei pressi di Gambarie, vicino a Reggio. In questo periodo anche a Cosenza si manifestarono movimenti liberali e 
patriottici, il più noto è quello del 15 marzo 
1844 che si concluse con uno scontro a fuoco nel Largo dell'Intendenza tra i soldati borbonici e 21 patrioti poi condannati a morte, e dei quali ne furono giustiziati soltanto sei. Da questa rivolta presero spunto i Fratelli Bandiera, veneziani che vennero in soccorso ai fratelli calabresi e vennero fucilati presso il Vallone di Rovito insieme ad altri 7 ufficiali il 25 luglio 1844 . In seguito i cosentini parteciparono a molte vicende del Risorgimento, dalle guerre d'indipendenza fino all'impresa dei Mille. Garibaldi fu a Cosenza il 31 agosto del 1860; due mesi dopo, un plebiscito sanzionò l'annessione al Regno d'Italia. Con il Regno d'Italia costituito nel 1861, la Calabria fu divisa amministrativamente nelle province di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. Nel 1947 la Calabria è una delle 19 regioni (divenute 20 nel 1963 a seguito dell'autonomia del Molise dall'Abruzzo) previste dall'art.131 della Costituzione Italiana. Nel 1970 venne infine definitivamente istituita la Regione Calabria con Catanzaro capoluogo di Regione. 




























 Tradizioni



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La Calabria nella sua storia secolare è stata abitata e conquistata da molte popolazioni straniere che ognuna delle quali ha lasciato un'impronta indelebile negli usi e costumi della regione.

Le tradizioni popolari ed il folklore rappresentano per la Calabria una grande ricchezza e mutano di zona in zona. Una forte rilevanza assumono le manifestazioni folkloristiche delle comunità albanesi, almeno 30 comuni della regione, insediatasi nel territorio calabrese, in particolare in provincia di cosenza, come a Castrovillari, Acquaformosa, San Basile, Spezzano, Firmo. In questi luoghi si conservano ancora, la lingua, i costumi, gli usi e i riti della terra d'origine. Nelle tante manifestazioni si ripercorre con delle rappresentazioni l'esodo di queste popolazioni, avvenuto tra il 1400 e 1500 secolo, verso la Calabria esaltando l'eroe nazionale Scanderberg che comando la resistenza contro l'impero turco ottomano.

Un'altra piccola minoranza linguistica, con tradizioni e costumi propri, si trova a Guardia Piemontese. Essa venne fondata da gruppi di esuli piemontesi di religione valdese, venuti dalle valli Pellice e Angrogna intorno al 1200, per sfuggire alle persecuzioni del Medioevo.

Nella provincia di Reggio Calabria si conservano ancora usi e costumi del mondo greco nella cosiddetta " area grecanica" di Gallicianò, Roghudi, Bova, Roccaforte del Greco e Palizzi, dove si svolgono festival dedicati alla Magna Grecia.

Queste tre isole linguistiche conservano antiche tradizioni nella produzione artigianale, nei riti religiosi e nelle sagre. Molte manifestazioni sono legate alla religione: da segnalare i riti della Settimana Santa quali quello dei Vattienti a Nocera Terinese e dell'Affruntata nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Particolarmente suggestive sono le Feste in onore dei Santi Cosmo e Damiano a Drapia in provincia di Vibo Valentia e le celebrazioni in onore della Madonna nei centri costieri, dove si svolgono numerose processioni al mare. Da menzionare è quella di Capo Colonna, nel mese di maggio, con processione notturna dalla Cattedrale al Santuario di Capo Colonna a Crotone.

In Calabria, anche il Carnevale è molto sentito, con recite, sfilate di carri allegorici e di antichi costumi che richiamano alle antiche usanze greche e latine.

A rievocare un glorioso medioevo in Calabria è invece il Palio di Ribusa a Stilo, che viene disputato dagli arcieri, dai balestrieri e dai cavalieri in rappresentanza degli antichi casali di Camini, Guardavalle, Pazzano, Riace e Stignano e della contea di Stilo, con gare di tiro con l'arco. Al vincitore viene assegnato il palio dipinto a mano da un artista locale.

Nel paese di Castelsilano, piccolo centro presilano della provincia di Crotone, si svolge il Palio degli Asini, con una gara tra i fantini che montano gli asini delle 10 contrade,  spettacoli di giullari e giocolieri che permette al piccolo borgo di rivivere un ritorno al passato.

Numerose sono le sagre dei prodotti tipici locali presenti su tutto il territorio regionale, come quella della 'nduja a Spilinga, della cipolla rossa a Tropea, dello stocco a Cittanova, delle castagne a Savelli oppure l'Autunno Silano per i funghi a Camigliatello. Grande menzione va fatta al Festival del Peperoncino che si svolge a Diamante, divenuto un evento di caratura internazionale. Tra queste manifestazioni da rocordare la Festa dell'Emigrante, che si svolge in molte località calabresi per celebrare il ritorno dei molti corregionali residenti all'estero e in tutta Italia. In questi eventi facilmente si incontrano i vari gruppi folkloristici della regione, che si esibiscono in canti e balli popolari.

La danza che meglio rappresenta il folklore calabrese è la tarantella, che si balla in gruppi e in coppia come danza di corteggiamento. Gli strumenti musicali più usati in queste occasioni sono il tamburello, la chitarra battente, la lira, la fisarmonica e l'organetto.


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